venerdì 14 agosto 2009

Vedrai che cambierà!

Nella mia cittadina d'origine - Piazza Armerina -, quando ho attraversato l'età tra i 15 e i 20 anni, si stava tutti in una piazza-giardino, la "villetta": ogni comitiva aveva il suo angolo, la panchina, un palo della luce di riferimento, le cabine telefoniche (quelle del "mi presti 200 lire?"); a tutte le ore noi ragazzi si stava lì, soprattutto ci si trovava già nel primo pomeriggio, a mezzanotte di regola (tranne d'estate) non rimaneva quasi più nessuno e la domenica mattina era zeppa di ragazzi già dalle 10 e 30. Si organizzavano sul momento spaghettate a casa di qualcuno, in campagna, poche vespe e qualche motorino, si chiedeva il passaggio anche a mamma e papà. Qualcuno aveva dietro sempre la chitarra e s'usciva anche con un vecchio maglioncino, magari lo stesso che s'indossava la mattina a scuola. Si ricantavano e suonavano i Guns e De Gregori, i Nirvana e Baglioni, Battisti, Bennato, Simon & Garfunkel, i Led Zeppelin, Pino Daniele e Venditti, i Pink Floyd...
Oggi la piazza-giardino si riempie solo dopo le 9 della sera, ad oltranza fino alla notte fonda... Ma i punti di riferimento sono cambiati. Ecco perciò i pub ed i bar che negli anni hanno attorniato i marciapiedi con la loro musica martellante. Le panchine rimangono praticamente a disposizione di chi vuole (prima c'era il possesso come di una "casa" per ciascun gruppo); le mani portano in giro sempre una birra e un campari quando va bene, in altri casi subentra l'idiozia incontro a sostanze stupefacente a buon mercato... e i pomeriggi e la domenica mattina non si vede più nessuno. Tutti sembrano usciti da riviste di moda o comunque sono modelli da Isola dei Famosi, le ragazze seminude e volgari e i ragazzi oscenamente combinati da far paura a trovarseli al buio di fronte, ma hanno paura anche della loro ombra. Non si litiga nemmeno sanamente, si dice che alcuni portano dietro armi da taglio e guai se dovesse capitare qualcosa.
Quando mi succede ancora di ripassare da quelle parti col mio piccolo che mi sorride dal passeggino ho tanta nostalgia, ma non è vecchiaia, piuttosto la tristezza di pensare sprecata così stupidamente la giovinezza dei ragazzini. E allora gli dico al mio bimbo: "vedrai che cambierà".

Giuseppe S.

Questo post non è stato scritto per questo blog ma è un commento ad un intervento sul blog di Agostino. Mi sono permessa di "rubarlo" perchè i tanti giovani lettori del nostro blog possano leggerlo e soffermarsi a riflettere. Sono sicura che l'autore si troverà d'accordo!

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