mercoledì 6 aprile 2011

Le buonanotti di Angelo

LA VOLPE E LA GALLINA ( BUONA NOTTE NUMERO 1)

Immaginatevi una gallina la quale una sera non abbia voluto entrare nel pollaio. Invano la massaia si è affaticata a spingervela; essa corre per il cortile, sicché la massaia stanca d’inseguirla chiude il pollaio e si ritira in casa.
La gallina passeggia qua e là, becca in terra qualche granello, ed è contenta di essere LIBERA.
Cadendo la notte vede la scala appoggiata al fienile e, saltando di gradino in gradino, va sul fieno, cerca un posto comodo e vi si adagia per dormire.
Ma ecco un rumore la desta. E’ notte: nessuno della casa veglia: i cani girano lontani per le vigne a guardia del raccolto.
Una volpe è pur salita e , vista la gallina, si avanza per divorarla. La gallina però spaventata si slancia a volo: la volpe spicca un salto per raggiungerla, ma cade nell’aia, mentre la gallina è riuscita a volare sopra i rami di un albero vicino.
La volpe non perde d’occhio la sua preda e, accoccolata per terra, sta osservandola col muso in alto. La gallina, dopo una lunga ora, spicca un secondo volo e va a fermarsi sul muro che cinge l’aia. E la volpe corre ai piedi del muro. Il muro è più basso del ramo dell’albero.
La volpe gira su e giù, vede un asse appoggiato al muro e , arrampicandosi su questo, corre lungo il sommo verso la gallina, la quale non ha altro scampo che spiccare un terzo volo verso un albero fuori dalla cinta, ma rimane sopra un ramo più basso del punto di partenza.
NOTATE: la gallina, per il peso del corpo, difficilmente può spingere il volo in alto; quindi se lo spazio da varcare non è piccolo, ad ogni volo perde di altezza.
E la volpe scende, esce per un foro dal quale scolano le acque, e va e gira intorno all’albero e poi si pone in atto di salire lungo il tronco. La gallina teme già di vedersi raggiunta, quindi vola sopra un albero un po’ distante. E la volpe la segue. L’altezza non è più considerevole e la gallina cieca dal terrore cerca di sfuggire e rimane sopra una siepe.
La volpe si ficca tra i rami, e allora la gallina spicca un ultimo volo, ma innanzi non ha un luogo ove ripararsi.
Essa vola e ad ogni istante è più vicina al suolo. La volpe corre sotto di lei con gli occhi di fuoco, e la gallina finisce con il cadere tra le sue zampe. Manda un grido e di lei più non rimane che un mucchio di penne sanguinolenti.
Figlioli, la volpe è il demonio, la gallina sono certi giovani i quali saranno buoni, ma si fidano delle loro forze: non vogliono regole, come la gallina non volle lasciarsi chiudere nel pollaio. Costoro, inesperti, trascurano gli avvisi perché hanno le ali, la buona volontà e anche la preghiera. Ma non pensano che la natura debole tende al basso.
Certuni sono golosi, e poi poltroni, e poi … e poi.. lo sa il Signore. Altri Dicono:” perché ci proibiscono questo e quello? Noi non facciamo niente di male”.
Poi cominciano a trascurar le regole, poi si cerca di sfuggire i superiori, poi certi pensieri, certe familiarità, certe amicizie, certe sensibilità. Si scende, si scende e le ali non bastano. La volpe è sotto che corre e si finisce con cadere nelle sue fauci.
Buona notte




“oh!è niente, è niente!” (buona notte numero 2)

San Filippo giovanetto, essendo ancora a Firenze soleva frequentare il convento dei Domenicani, e uno di quei frati più di una volta narravagli il seguente fatto.
Due religiosi erano soliti prima di andare a recitare il mattutino in coro, di confessarsi l’un l’altro. Una notte il demonio si volle burlare di essi. Quindi all’ora prefissa andò a bussare alla porta di uno dei due frati invitandolo a scendere in chiesa. Il frate credendo essere stato chiamato dal compagno, andò e, giunto in coro, vide uno che, all’aspetto, all’abito e al passo, sembrava tutto l suo compagno. Questi entrò nel confessionale. Allora il frate appena giunto si accosto alla grata per confessarsi secondo il solito. Mentre raccontava alcune sue colpe, con sua meraviglia, sentiva dire : “oh!è niente, è niente!”.
Allora dubitando di qualche inganno si fece il segno della croce e subito la voce del confessore tacque. Fece un interrogazione e nessuno rispose. Guardò e il confessore, ossia il diavolo, era scomparso.
Figlioli cari il demonio quando vuole spingerci al male è: “oh!è niente, è niente!”.
Di certe amicizie troppo spinte e che i superiori vedono mal volentieri “oh!è niente, è niente!”.
Certe volte si ruba un po’ di frutta ai compagni e il demonio ripete “oh!è niente, è niente!”.
Di certe mormorazioni contro i compagni e contro le regole “oh!è niente, è niente!”.
Di quelle disubbidienza a certi comandi, di certe merende fuori tempo “oh!è niente, è niente!”.
Talora certi dubbi gravi, che ci vengono su certe azioni o certi pensieri e che abbiamo rossore di confessare: “oh!è niente, è niente!”.
Non vi dico di reputare cose gravi le cose leggere però vi avverto , che non diate ascolto al demonio quando vi ripete che non è niente. Una mancanza sarà sempre mancanza e quindi bisogna correggersi. E poi non dimenticate che : “qui spernit modica, paulatin decident : chi disprezza le piccole cose, un po’ alla volta crollerà!”

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