martedì 4 maggio 2010

L'amore ai tempi degli sms (e delle mail e di facebook)

Di Andrea Maria Bisanzio

Dall'amore “ai tempi del colera” quando Fermina Daza, costretta a trovare mille escamotage per fare arrivare le sue lettere all’ amato Florentino, le nascondeva tra i cespugli del percorso da casa a scuola, oppure, durante il lungo viaggio che li separava, gli comunicava tutto il suo amore attraverso impiegati del telegrafo complici, fino alla facilità di comunicazione di questa epoca, dovremmo avere ricavato enormi vantaggi.
Ma l'amore è cosa delicata, che non si può nutrire solo delle parole scarne ed abbreviate degli sms.
C'è ancora differenza tra gli amori degli adolescenti e le più adulte attrazioni, ma solo per il “codice” usato. Sarà poi la chimica, sarà la voglia di appartenere a qualcuno, gli amori nascono, muoiono, a volte rinascono, e sempre più spesso con la complicità di mail, sms, chattate notturne su facebook e sempre meno con incontri veri, dove gli sguardi si incrociano e le mani si sfiorano.
Ho conosciuto persone (amanti?) che non si sono mai incontrate, eppure sono come gli amanti veri. Sanno tutto l'uno dell'altro (o lo pensano, almeno), arrivano anche a mandarsi mms con le foto di momenti vari della loro giornata (per chi non lo sapesse l'mms è un sistema di comunicazione multimediale che consente di inviare, assieme alle parole, anche immagini, suoni, video ecc.) e così continuano in un gioco divertente e poco impegnativo che gratifica e non comporta eccessivo dispendio di energie. Alla fine, quando si è stanchi del gioco, basta staccare il cellulare.
Amoreggiare via sms rischia di far cadere continuamente i virtuali amanti in una serie di equivoci. La comunicazione breve porta l'altro (il ricevente in questo caso) specie se sentimentalmente coinvolto, a volere interpretare tra le righe o, meglio, tra un gruppetto scarno di parole maldestramente abbreviate, quanto l'altro l'ami o lo desideri, ma tra un “Xke cmq nn smt di pens” e qualcosa di veramente romantico ce ne corre davvero.
Insomma, si incontra un partner in chat, ci si scambia il numero di cellulare (chi è, trasversalmente, già sentimentalmente impegnato, di solito possiede due cellulari con due schede diverse) e si amoreggia via mail o via sms fino a livelli che per qualcuno sono anche difficili da immaginare.
Una volta un amico mi confessò di avere “fatto l'amore” attraverso il cellulare con la sua virtuale amante (una che vedeva poco). Nella mia totale ingenuità ed inesperienza gli chiesi : - e come si fa?- La risposta fu laconica, ma l'espressione furbescamente diabolica “Si fa, si fa”.
E che dire degli equivoci a causa di sms inviati alla persona sbagliata. Difatti mi preme fornire da queste pagine un consiglio spassionato: se mandate un sms, per così dire, amoreggiante, evitate con cura di indicare per nome il destinatario. Nella più innocua delle ipotesi vi potrebbe succedere di inviarlo per sbaglio al vostro capo, ma se, putacaso, dovesse riceverlo vostra moglie? Omettendo il nome vi salvereste in calcio d'angolo. Usate quindi le espressioni amore e tesoro senza problemi, ma nessun nome proprio, mai!
Via sms si amoreggia e ad un certo punto via sms ci si lascia anche (i più corretti lo fanno via mail, spendendo qualche parolina in più).
Franco La Cecla, antropologo architetto e saggista, nel suo “Lasciami – ignoranza dei congedi” descrive brevemente, ma molto bene, tra i mezzi per “lasciare” (media) come l'sms sia il più crudele, ma già diventato letteratura, così come un tempo era lasciare ed essere lasciati per lettera.
L'amore è diventato, ai tempi degli sms, alla stregua di qualsiasi altro prodotto, qualcosa da trovare facilmente, da consumare nel più breve tempo possibile, e di cui sbarazzarsi senza troppe perdite di tempo.
E della storia di Florentino, che aspetta 50 anni per ricongiungersi finalmente all'amata Fermina, che ne sarebbe stato ai tempi degli sms? Meglio i tempi del colera.

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