giovedì 22 gennaio 2009

Vita donata, Amore concreto, Esempio da seguire

LAURA VICUÑA è il nome di una bambina vissuta in Argentina tra il 1891 e il 1904.
Nacque a Santiago del Cile. Del padre si conosce solo che era un capitano dell’esercito cileno e che scomparve pochi mesi dopo la nascita di Laura.
La madre Mercedes Pino, persona colta, fine ed elegante, di buon carattere, sapeva suonare la chitarra e cantare, esperta nel mestiere di sarta e modista.
Ebbe, 14 mesi dopo Laura, una seconda bambina Julia Amanda.
Dopo alcune sofferte peregrinazioni, Mercedes e le due figlie si trasferiscono in Argentina.
Nel febbraio del 1900, Laura e Amanda entrano nel collegio “Maria Ausiliatrice” a Junin, sperduto e povero paese sulle Ande.
La mamma invece va a Quilquihué a 15 km da Junin, a dirigere le cose di casa in una delle fattorie di Manuel Mora, ricco proprietario terriero, che coltivava le terre nella valle Chapelco ed aveva alle sue dipendenze operai, coltivatori, guardiani di greggi e le loro famiglie.
Il “collegio”, affiancato al Collegio Don Bosco, era una costruzione esigua e povera, poteva ospitare quindici bambine interne e circa venti esterne.
Il personale educativo contava otto persone di cui cinque suore giovani ed entusiaste.
Laura entra quindi a far parte della grande famiglia salesiana ed ad assorbirne i principi di vita e spiritualità.
Nel cammino religioso fu afflitta dalla situazione di sua madre che il Morra maltrattava fisicamente e moralmente.

Tre sono i propositi che prende:

“Primo: O mio Dio, voglio amarti e servirti per tutta la vita; perciò ti dono l’anima, il cuore e tutto il mio essere.
Secondo: Voglio morire piuttosto che offenderti con il peccato; perciò intendo mortificarmi in tutto quello che mi potrebbe allontanare da te.
Terzo: Propongo di fare quanto so e posso perché tu sia conosciuto e amato; e per riparare le offese che ricevi ogni giorno dagli uomini, specialmente dalle persone della mia famiglia.Mio Dio, dammi una vita di amore, mortificazione, sacrificio”.
Nel gennaio 1902 Laura andò in vacanza da sua madre ma i due mesi furono piuttosto tormentati.
Non è chiaro se Mora andò oltre nelle sue attenzioni verso la bambina ma di certo si accanì verso la madre e non volle più pagare il collegio per le figlie.
Le suore le accolsero gratuitamente.
Laura fece il voto privato: offriva la sua vita al Signore e a Maria per la conversione della mamma. Si mise al servizio degli altri nelle molteplici occupazioni domestiche, divenne l’assistente, la catechista e la piccola mamma delle nuove allieve.
Era sempre stata di salute fragile, si ammalò di tisi.
Alle ore 18 del 22 gennaio 1904 morì a soli tredici anni.
Il suo ultimo pensiero fu la conversione della madre.
Mercedes giurò e, il giorno dopo il funerale, lasciò il Mora e fuggì con Amanda in Cile.
Il 3 settembre 1988 Giovanni Paolo II al colle Don Bosco proclamava Laura beata.
Attualmente i suoi resti sono conservati nella cappella dell’istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Bahia Blanca.

Cosa ci dice Laura oggi? Cosa dice ai tanti ragazzi della sua età?
Laura non conosce l'egoismo e la comodità, di contro sa bene cosa siano il sacrificio e la privazione. Eppure è capace di tanto amore.
Quanto appare lontana Laura dai nostri giorni: oggi i ragazzi non sono più abituati al sacrificio, vogliono "tutto e subito", non sempre hanno voglia di fare e di fare per gli altri. E allora perchè Laura può dire qualcosa OGGI?
Perchè Laura è testimone di come l'Amore non abbia confini, superi addirittura il valore della propria vita: questo offre Laura in cambio della salvezza della madre. Laura testimonia la gioia di seguire Cristo e di affrontare la Vita con tutto quello che riserva, gioie e dolori. Laura è Vita donata, è Amore concreto, è esempio da seguire.

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