lunedì 21 settembre 2009

Pellegrinaggio a Torino. Diario di bordo. Di R.Linda

Giovedì 3, Venerdì 4 Settembre 2009

H 15.00 appuntamento a Campo don Bosco per partire. Naturalmente si fa per dire! Manca ancora il canzoniere e ci sono i panini da fare… poi tutti in “Sella” e si parte!!!

A Eleonora tocca il posto in macchina “terza fila” e sembra il cagnolino da abbandonare in autostrada!!! Le arriva pure un colpo di chitarra a metà viaggio…

H 17.00 siamo a Catania, ci mettiamo in fila per il ceck-in. Il tabellone segna “H 18.20 VOLO CATANIA-FIUMICINO”, TORINO STIAMO ARRIVANDO!!!

Sull’aereo trovare i posti assegnati è un’impresa… ci sistemiamo e decolliamo verso il cielo di Roma… un po’ di ansia si percepisce per qualche turbolenza, qualcuno si fa scappare “Aiutooooo!!!” e subito si ride! Atterrati, ci scappa pure l’applauso ma… “E’ il pilota che vi parla, vi preghiamo di rimanere seduti con le cinture allacciate finché l’aeroporto di Roma non ci fornirà l’energia elettrica per spegnere i motori!” e ad un tratto…buio! Ancora qualche istante di attesa e scendiamo. Per riavere le valigie passa quasi un’ora, ma la impieghiamo bene: qualcuno suona la chitarra, Agostino è già attivo con le interviste, poi si intravede un “tipo” ed Ele subito esclama: “Oh ma c’è quello di Uomini&Donne, facciamoci la foto con lui!” ed è subito “scatto”!

A Roma c’è molto caldo… il pullman ci attende con l’autista “de Roma” Stefano. Ago sistema le valigie e si parte! La prima fermata è all’autogrill in periferia di Roma dove il ristorante “Ciao” ci offre qualche simpatico panino ma di dimensioni troppo ristrette per i nostri “appetiti” Alla cassa Ago ci guarda e ci dice: “P’ cingu!”, indicando il numero di persone per cui dovrà pagare: lui, Cinzia e i pargoli Gabry, Samu e Gaia.

Eleonora mangia una Rustichella, Linda mangia un Capri… ma mica bastano! Meglio ripassare dal bancone gelati prima di andar via… ah, non dimentichiamo di comprare i Tuc e le Kinder Delice per il viaggio!!!

Il viaggio. Questa grande avventura! Per arrivare al Colle il collo ne risente!!!

La mattina il sonno si fa sentire, eccone la dimostrazione:

Eleonora: “Oh! Ma cosa sono quelle piantagioni???”

Linda: “Penso che siano pannocchie!!!”

Agostino: “Sono canne da zucchero!!!”

Linda&Eleonora: “Ooooooh le canne da zucchero! Che sono belle! Non abbiamo mai visto le canne da zucchero!!!”.

- A Colle don Bosco si scoprirà che erano Pannocchie. Agostino tanto per cambiare ci ha prese per il …………-

A Colle don Bosco c’è la nebbia. Assonnati, Don Marcello ci invita a svegliarci e pregare insieme. Intanto i cartelli ci comunicano che siamo proprio lì dove tutto è iniziato: Colle don Bosco, Castelnuovo Don Bosco, …

Arrivati, facciamo colazione con pane e nutella e subito in camera per sistemarci. La famiglia Sella allargata occuperà una camerata. Doccia, zaino in spalla e ci si incammina per visitare il Colle: la Casetta di Don Bosco, la chiesa ad essa annessa, il Pilone del Sogno, la casa-museo del fratello Giuseppe (SI PREGA DI NON TOCCARE è uno dei cartelli che ignoriamo quando facciamo alcune foto!).

Non facciamo che ripeterci: “Ma ci pensi??? Qui c’è stato Don Bosco! Ha camminato qui!” e Cinzia racconta di quando è stata in questo stesso posto nell’88 e poi nel ’94 per i Confronti che vedono protagonisti ragazzi di tutto il mondo… la sua voce lascia trapelare un’emozione forte!

Nella chiesa costruita nel centenario della morte di Don Bosco ci fermiamo a riflettere guidati prima da Don Marcello e poi da Don Egidio che abbiamo conosciuto qui al Colle.

Foto, fotine e foterelle (con Agostino che spera che le macchine fotografiche ci abbandonino perché forse di foto ne stiamo facendo davvero tante!) e arriva l’ora di pranzo, che non si conclude in mensa ma in camera con una Kinder Delice! Riposino… e dopo poche ore, “Tre minuti, solo tre minuti…” parte la musica e don Marcello aggiunge: “Avete tre minuti per alzarvi!”. Alzarsi è tremendo! Piazza Armerina siamo gli ultimi, come sempre!

Visitiamo il Museo Missionario dell’Opera Salesiana all’interno del quale ci stupiamo continuamente per le meraviglie provenienti da tutto il mondo che contiene.

Il viaggio continua verso la casa di Domenico Savio e i luoghi in cui è cresciuto. La passeggiata per raggiungerli è bella lunga!!!

Ancora qualche attimo di riflessione, qualche foto e poi la Celebrazione Eucaristica nella chiesa in cui Domenico Savio riceve la Prima Comunione. Ago suona la chitarra per animare la celebrazione e tutti insieme intoniamo i canti.

Ceniamo con pasta a forno e wurstel (che ci lasciano più contenti del pranzo!), doccia e fraternità nel grande cortile che ci vede protagonisti di bans, giochi e ilarità.

Da Piazza ci scrivono che gli manchiamo e si annoiano un po’… e non hanno idea di quanto noi ci stiamo divertendo e ricaricando con questa ricca esperienza, ancora al suo primo giorno, che descrivere non è bello quanto viverla!!!


Sabato 5 settembre ’09

A svegliarci è una canzone di Liga, sono le 7.30 ed entro tre quarti d’ora dobbiamo essere in sala colazione. Naturalmente Piazza Armerina impiega più di un’ora…

Pane, nutella e simpatia e finita la colazione si parte per Chieri dove ci aspetta Don Livio per parlarci degli anni trascorsi lì da Don Bosco in seguito all’allontanamento dalla famiglia a causa del fratellastro Antonio che non vedeva di buon occhio i suoi studi.

Iniziamo il nostro tour fermandoci di fronte un piccolo centro di estetica. Ad alcuni di noi si avvicina un’anziana signora, ci chiede da dove veniamo e poi indicando il centro di estetica ci dice “Lì abitò Don Bosco!”. Noi la guardiamo un po’ scettici e continuiamo a seguire la spiegazione di don Livio ma anche lui ci lascia a bocca aperta: è proprio vero, dove adesso sorge il centro estetico prima c’era la Pensione della signora Matta che accolse il giovane Giovanni appena trasferitosi a Chieri.

Da lì visitiamo tutti i luoghi della giovinezza di Giovanni Bosco, quelli in cui ha lavorato, studiato, pregato e fatto il bene. Don Livio ci racconta molti episodi di questi anni giovanili, ci parla della memoria di Giovanni Bosco e della sua capacità di realizzare opere teatrali, di come condusse Giona, l’amico ebreo, alla conversione, di quando sognò le versioni in latino da tradurre a scuola e di quando la mattina andava a salutare Maria nella Basilica di Santa Maria delle Grazie prima di andare a scuola. Entriamo anche noi nella Basilica per pregare per noi e per questa nostra esperienza.

Dopo una breve pausa che utilizziamo per girare i negozi, ci ritroviamo all’Oratorio di Chieri per consumare il pranzo.

Nel pomeriggio visitiamo la “Torino salesiana”. Il pullman ci lascia davanti la Basilica di Maria Ausiliatrice, che in realtà visiteremo lunedì. Nel nostro tour pomeridiano saremo guidati da un salesiano.

Di questo pomeriggio Cinzia ricorderà un momento di “terrore”: con Gaia che dorme in braccio, si siede sui gradini della chiesa davanti cui il don ci raggruppa perché possiamo ascoltare la sua narrazione. Davanti di lei troneggia un enorme vaso contenente una pianta di pungitopo. Improvvisamente vede questo vaso vacillare verso di lei, ha quasi paura, poi non vacilla più e due sagome si spostano verso il gruppo: si, è proprio così, neanche oggi ci siamo risparmiate la gaff, eravamo io ed Ele sedute sul vaso che naturalmente… non ha retto! Ci giriamo verso Cinzia imbarazzate, lei è rossa in viso dalle risate!!! E torniamo verso il gruppo cercando di nasconderci, anche se ormai è inutile!

Non possiamo non raccontare del “Bicerin”! Bicerin è il nome di un caffè fatto con il tuorlo d’uovo e il latte (originariamente), come ci spiega il don, tipico del luogo. In teoria non ci sarebbe il tempo per assaggiarlo, però io, Ago ed Ele insieme a Salvo di Barcellona P. di G. abbiamo proprio bisogno di un caffè… entriamo in questo bar e inizialmente ordiniamo un semplice caffè, decidiamo anche di non sederci per la fretta. Ma io che caffè non ne bevo, provo a chiedere se fanno il caffè con la cioccolata e la signora mi risponde che il caffè con la cioccolata e il latte è proprio il Bicerin! “Quattro Bicerin!!” dunque ordiniamo. Ma non sappiamo cosa ci attende… “Signora, quanto pago?” fa Agostino. “Ogni Bicerin è CINQUE EURO!” risponde la signora! Ci scappa una risata e un “Dopo cinque botte possiamo anche sederci!!!”, così questo caffè particolare ce lo gustiamo lentamente seduti al tavolo, solo dopo raggiungiamo gli altri nella basilica in cui giace San Giuseppe Cafasso. Continuiamo il nostro tour e una delle tappe a mio avviso più importanti è la chiesa di San Francesco d’Assisi nella cui sagrestia Don Bosco incontrò Bartolomeo Garelli e disse con lui la prima “Ave Maria” dell’Oratorio. Qui la commozione ci assale davvero, Cinzia ci cerca per dire insieme un’Ave Maria per il nostro Oratorio. In questa stessa chiesa il 6 giugno 1841 Don Bosco celebrò la prima messa.

A questo punto ci raduniamo nuovamente di fronte la Basilica di Maria Ausiliatrice e abbiamo qualche istante di libertà. Cinzia ci invita ad entrare a salutare Don Bosco, io ed Ele inizialmente non vogliamo entrare per riservarci questo momento lunedì, come da programma, un po’ perché vorremmo che Don Bosco fosse la ciliegina sulla torta di tutta quest’esperienza, da gustare appunto all’ultimo. Ma in realtà ci rendiamo conto che è un’occasione che non possiamo perdere, così entriamo in Basilica e raggiungiamo chi è già davanti Don Bosco a pregare… che emozione! Le lacrime fanno capolino, lui è lì, riposa sereno, il riposo meritato dopo tutto quello che ha fatto in vita! Le emozioni da questo punto in poi diventano indescrivibili…

Lasciata la Basilica, torniamo a Colle Don Bosco, dove ci aspetta la cena (molto gustosa!) cui segue un momento di fraternità. Dopo qualche ballo, ci dividiamo in squadre, inventiamo un “grido di squadra” e giochiamo insieme, cercando soprattutto di conoscerci meglio.

La serata si conclude con il Santo Rosario fino alla Casetta di Don Bosco. Poi a nanna…


Domenica 6 settembre ’09

La sveglia anche oggi è a suon di musica. Dopo la colazione, si parte con l’autista Stefano alla guida del Pullman alla volta di Mornese, per visitare i luoghi in cui è nata e cresciuta Madre Maria Domenica Mazzarello. Dopo due ore di viaggio intervallate da una breve (si fa per dire visto che stavamo per svuotare l’intero autogrill!!!) sosta, siamo arrivati.

La prima tappa è la casa natia di Madre Mazzarello. “Benvenuti nella casa di Manin” dice un cartello, e suor Concetta ci accoglie. Brevemente ci narra di Manin (così viene chiamata madre Mazzarello) e poi subito ci rechiamo a visitare la casetta, semplice nell’estetica ma impregnata della salesianità che Manin portava in cuore sin da piccola. Ci stupiamo della “piccolezza” delle porte, qualcuno deve abbassarsi per poter passare! All’interno vediamo gli abiti confezionati da Madre Mazzarello, alcuni suoi accessori e le sue Reliquie. All’esterno il verde fa da padrone e invita alla meditazione, come d’altra parte in questi giorni accade di continuo.

Dopo aver rigenerato lo spirito…rigeneriamo gli stomaci!!! La mensa è colorata e accogliente, il cibo ottimo! C’è anche la Coca Cola a tavola, per la felicità di qualcuno (un po’ meno per quella di Cinzia che la boicotta ormai da tempo!).

A questo punto ci sta una bella siesta, sui prati circostanti il caseggiato, dove ne approfittiamo per scattare qualche bella fotografia (d’altra parte non abbiamo fatto altro per l’intero pellegrinaggio!!!). Dopo aver prodotto il “calendario” di Eleonora e il book fotografico di Gaia, passiamo a giocare allo zaffaglione o apone o schiaffo del soldato… comunque lo si chiami il risultato è quello! Anche Gaia finisce “sotto”!

Il pomeriggio inizia con la visita del Santuario di Maria Mazzarello, dall’architettura molto semplice e dominato dall’affresco frontale che rappresenta Maria Mazzarello che parla alla Madonna. Suor Anna, nostra guida, ci sottolinea proprio quest’aspetto della vita di Manin, il continuo rifugiarsi in Maria rivolgendosi a lei come ci si rivolge ad un’Amica. Suor Anna ci invita a sperimentare lo stesso nella nostra vita; inoltre cita più volte la frase di Madre Mazzarello “Ogni punto d’ago sia un atto d’amor per Dio”.

All’uscita dal Santuario vediamo (ma non possiamo visitarla all’interno) la chiesetta in cui Madre Mazzarello si recava a pregare e che era stata costruita dagli abitanti del posto nel periodo del colera che Dio allontanò esaudendo le loro preghiere.

A questo punto Stefano l’autista arriva col pullman e siamo pronti per partire alla volta del Collegio “!2””Maria Domenica Mazzarello”, in Borgo Alto, voluto da Don Bosco e Don Pestarino per l’educazione dei ragazzi di Mornese e dintorni, diventato poi la casa di fondazione del nuovo Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice… insomma, uno dei tanti luoghi in cui tutto è nato

Nel tragitto per giungere al Collegio, nel compiere una curva, l’autobus resta bloccato e dobbiamo scendere e proseguire a piedi… povero Stefano, lo lasciamo alle prese con una manovra “impossibile”, insieme ad Agostino che cerca di fargliela fare… - gli avrà forse parlato di pannocchie nel frattempo??? -

Al Collegio la stanchezza comincia davvero a farsi sentire. C’è ancora un luogo da visitare, la Valponasca, luogo di silenzio e preghiera, una cascina dove Manin trascorse parte della sua vita e la cui particolarità è una finestra da cui si intravede il santuario di Mornese che metteva la nostra Santa in diretta comunicazione con Dio. L’invito è quello di andare ad affacciarsi da quella finestra, proprio come Lei, e provare a chiedersi e chiedere a Dio quel’è la nostra strada. Pace e conforto vengono ispirati nel cuore da quest’ambiente così ricco del Carisma Salesiano.

Qui celebriamo la Santa Messa. Nell’omelia, Don Marcello punta l’attenzione sull’azione meditativa a cui ogni giovane animatore è invitato, compiendo in ogni gesto quotidiano la volontà di Dio, proprio come esortava Madre Mazzarello. Don Marcello invita a rivolgere il proprio pensiero a Dio continuamente nella giornata, soprattutto nei momenti più difficili, e ci suggerisce un esercizio: rivolgersi a Lui ogni volta che ci squilla il cellulare…e a noi succede proprio spesso (Eleonora di sto passo diventa suora!!!).

Dopo la Celebrazione, decido di tornare alla finestrella e invito Ele a seguirmi… stava per distruggere le scale “secolari” con una caduta, ma tralasciamo!!! Diamo pure la colpa alla ripidità delle scale… mentre raggiungiamo gli altri non resistiamo dal gustare il dolcetto che Gaia ci ha gentilmente offerto!!!

Una foto di gruppo ci sta proprio bene…

L’ora del ritorno non tarda ad arrivare, risaliamo sull’autobus e partiamo per rientrare a Colle… il viaggio è un cantare e sgolarsi continuo, qualcuno chiacchiera e si confronta sulle vite ed esperienze di Oratorio, altri azzardano un gioco simile allo zaffaglione… nota negativa: Gabriele ha la febbre! Speriamo che non gli rovini quel che resta di quest’esperienza meravigliosa!

Cena, gelato e…partite di calcio e pallavolo, ecco come trascorre questa serata. Questa è l’ultima notte che trascorriamo a Colle Don Bosco, domani partiamo per Torino e poi c’aspetta Genzano di Roma.

Anche oggi andiamo a letto stanchi ma rigenerati, sicuri di tornare a Piazza con le pile cariche e speranzosi di trasmettere l’entusiasmo ai nostri amici!


Lunedì 7 Settembre

Ci aspetta Valdocco!!!

Gabriele ha avuto la febbre per tutta la notte, Cinzia inizialmente decide di fermarsi a Colle Don Bosco con lui, trattenendo anche Gaia, e un velo di tristezza appare su tutti i nostri volti… ma poi Gabri si sveglia, ha un momento di carica e dice “Voglio venire!” e si parte tutti! All’inizio Gabri non sta benissimo, ma durante la giornata si riprende!

Mezz’oretta di autobus e pochissimi diventano i passi che ci separano da Don Bosco… prima di entrare, ci soffermiamo sotto un pannello raffigurante Don Bosco con i suoi ragazzi accanto cui c’è una scritta che Don Marcello ci esorta a leggere e “vivere”: “Valdocco terra di Don Bosco. Non entrare distratto. Guardala come il campo che è stato seminato, come la casa dove è vissuto tuo padre. Ascolta. (E. Renoglio)”. È la parola “padre” che mi colpisce maggiormente e si incastona tra i miei pensieri per l’intera giornata…

In cortile risalta la statua di Don Bosco circondata da 18 bandiere rappresentanti la presenza del Santo nel mondo. Non può mancare la foto di gruppo…

A questo punto, iniziamo la visita guidata alle Camerette. Deborah sarà la nostra guida. È una giovane catechista che mentre spiega oserei dire che testimonia tutta la sua passione per Don Bosco e per quello che fa seguendo i suoi passi!

Ci mostra come Valdocco sia cambiata nel tempo, come tutto ciò che adesso possiamo vedere prenda vita dalla piccola Cappella Pinardi circondata soltanto da ampie distese di terra…

È meraviglioso poter vedere e quasi toccare con mano i paramenti sacri, il cappello, il bastone, la sedia, il letto, lo scrittoio, i mobili… tutto ciò che era di Giovanni Bosco quando era in vita! Da quelle camere lui pensava a noi, ci amava di un amore che attraversa i secoli per raggiungerci ed ora l’emozione di essere lì e fortissima!

C’è una bottiglia di acqua semipiena… Deborah ci spiega che quell’acqua è lì da quando Giovanni Bosco si è spento… un miracolo! E accanto ci sta una scatola di noccioline, quelle rimaste a Don Bosco dopo averne distribuito una buona quantità ai suoi ragazzi… e pensare che prima di ciò ne aveva solo una manciata… è uno dei suoi miracoli!

Finalmente arriva il momento di entrare nella Cappella Pinardi. Non è più come Don Bosco l’ha lasciata, è stata cambiata molto, ma rimane l’“essenza”, rimane il fulcro di tutta Valdocco! Deborah ci spiega il significato di ogni elemento lì presente (nulla è a caso!) e soprattutto ci fa notare l’arco di fronte a noi in cui sono raffigurati i Sette Sacramenti e quello della Confessione sta proprio al centro dell’arco a simboleggiare la chiave di volta, senza la quale l’arco non può reggersi, e proprio questo era la Confessione per Don Bosco: il fulcro, la chiave di volta, il mezzo per salvare la propria anima.

Qui possiamo dedicarci del tempo per riflettere su di noi e sull’esperienza che stiamo vivendo. È un tempo di silenzio molto forte…

A questo punto, ci attende il pranzo nel grande refettorio. Piazza Armerina con Ele e Linda chiude la fila dei pellegrinanti!

Subito dopo entriamo in Basilica… bella, maestosa, eccezionale, come Don Bosco l’ha voluta! Ed è qui che il nostro Santo riposa, e qui che ogni pellegrino può pregarlo di presenza, oserei dire, e l’emozione di essere alla sua presenza non si può descrivere a parole!

Don Marcello celebra per noi la messa proprio qui. L’emozione è forte per tutti…

Qualche altra foto e poi si parte per Torino, ci concediamo un momento di shopping e relax… Cinzia&family si fermano, un po’ per la stanchezza, ma molto più per godere di un lungo e indisturbato momento di meditazione e pace.

A Torino giriamo per negozi e ci rendiamo conto dell’eleganza di questa città! Io ed Ele prendiamo una granita, ma per noi siciliani chiamare granita del ghiaccio tritato con sciroppo alla frutta è proprio impossibile!!!

Ci ritroviamo al luogo dell’appuntamento carichi di buste, molti hanno fatto shopping nel negozio autorizzato della Juventus!

Suor Assunta nel frattempo ci saluta, lei parte oggi per rientrare in Sicilia perché domani deve accogliere la nostra nuova Ispettrice.

Ritorniamo a Valdocco a “recuperare” chi era rimasto là (e anche a svaligiare come era accaduto la mattina il negozio di ricordi religiosi!) e ripartiamo per Colle Don Bosco. E qui inizia il bello! A Colle in teoria il tempo è già ristretto per preparare la valigia e fare una doccia… figuriamoci che noi di Piazza e qualche altro smemorato dobbiamo ancora comprare le felpe e le magliette di Don Bosco (il primo giorno non l’abbiamo fatto convinti che ne avremmo trovati altri di negozi di magliette, e invece no!). Finisce che il tempo per far tutto si riduce ad un quarto d’ora (però in compenso abbiamo preso le felpe che sono bellissime!!), le valigie scoppiano, tutto dentro come capita, e Don Marcello che guardandoci (tutti gli altri sono già sul pullman!) dice a Cinzia: “Io capisco i ritmi di una famiglia… ma queste due infiltrate… mi sa che sono loro che vi rallentano di più!”…il velo pietoso si stende da solo…

Finalmente partiamo e andiamo a cena in una pizzeria non molto distante. L’ambiente è accogliente e la pizza è niente male! E con lo stomaco pieno possiamo partire alla volta di Roma! Certo, il viaggio in pullman non sarà comodissimo, così come all’andata, ma cerchiamo di adattarci e passare anche questa notte chi scherzando e ridendo, chi dormicchiando… Roma ci aspetta!


Martedì 8 Settembre

Arriviamo a Genzano di Roma che sono già le 9.30. Abbiamo pochissimo tempo per sistemarci nell’Istituto che ci accoglie per poi recarci nella Basilica in cui si svolgerà la celebrazione durante la quale faranno la prima professione religiosa dieci giovani, tra cui qualche siciliano.

Dopo la celebrazione, ritorniamo in Istituto dove ci attende il pranzo insieme ai nuovi e giovani SdB e ai loro famigliari.

Subito dopo come da programma dovremmo essere liberi di girare Roma, ma Cinzia propone di andare tutti insieme a visitare la Chiesa del Sacro Cuore voluta da Don Bosco negli ultimi anni della sua vita e le camerette che in quel periodo l’hanno ospitato. La proposta viene accolta. A farci da guida è Don Perelli, il nostro precedente Ispettore di Sicilia. È in quella chiesa che come riporta una scritta “San Giovanni Bosco celebrando l’Eucarestia in questo altare il 16 maggio 1887 fu visto arrestarsi e piangere molte volte. Contemplava con un miracoloso sguardo d’insieme il vasto panorama della sua vita racchiuso nelle parole dettegli dalla Madonna nel ‘sogno dei nove anni’: ‘A suo tempo tutto comprenderai!’”. Quale migliore luogo, dunque, poteva vedere il concludersi del nostro pellegrinaggio! Tutti insieme abbiamo pregato un’Ave Maria di fronte quello stesso altare e poi siamo andati a vedere eccezionalmente le camerette di Don Bosco (perché la chiesa è in restauro e alle camerette non si potrebbe accedere). La camera da letto è stata trasformata in una cappella e qui è possibile toccare con mano il letto e il divano usati da Don Bosco quando era a Roma.

Il nostro pellegrinaggio è davvero giunto al termine! Ci resta qualche oretta per girare Roma liberamente… io ed Ele entriamo in una libreria Elledici per qualche minuto, ma uscite da là ci accorgiamo che non è rimasto nessuno! Siamo incerte sul dove andare, cosa poter visitare in questo poco tempo che ci resta. Ci rechiamo alla metro e giriamo qualche negozio, poi ci decidiamo a prendere la metro per recarci a Piramide, luogo dell’appuntamento con tutti gli altri, ma visto che c’è la fermata Colosseo di mezzo pensiamo bene di fare una capatina! Roma è stracolma di turisti… Dopo aver visitato il Colosseo ci rechiamo a Piramide ma ci rendiamo conto che attendere per un’ora là è noioso. Dai cartelli delle fermate degli autobus apprendiamo che a poche fermate da noi c’è la Bocca della verità e decidiamo di andare a visitarla. Un signore ci dà tutte le indicazioni per raggiungerla e poco dopo siamo già in fila per infilare la mano nella famosa apertura di quello che era solo un tombino! All’inizio ci facciamo prendere dal panico perché il tempo stringe e la fila e lunga, ma la nostra simpatia (modestia a parte!) colpisce anche il custode che ci rassicura che la fila da fare sarà breve, e così è! A questo punto dobbiamo tornare a Piramide e ci rechiamo ad aspettare l’autobus lì dove ci aveva lasciate all’andata. Nel frattempo facciamo un po’ di foto davanti il Tevere. Passato qualche minuto ci rendiamo conto che forse stiamo aspettando nel luogo sbagliato, ci informiamo e due signore confermano la nostra ipotesi! Corriamo alla fermata che ci dicono di raggiungere e finalmente riusciamo a prendere l’autobus! E non arriviamo neanche in ritardo, per la prima volta Piazza Armerina non si fa attendere!

Ultima tratta con il pullman di Stefano e giungiamo in aeroporto. C’è da rendersi subito conto che qualcosa è cambiata rispetto all’andata, quando incontrandoci all’aeroporto di Catania e capendo che eravamo tutti partecipanti al pellegrinaggio, a stento ci dicevamo “ciao” e ci presentavamo… ora invece facciamo caciara, scattiamo foto, chiacchieriamo e ridiamo!

E le sorprese non sono ancora finite: ad un tratto qualcuno si accorge della presenza di Carmen Consoli lì in fila e non può mancare una foto con lei!

Abbiamo qualche istante per girare i negozi dell’aeroporto e mangiare, poi arriva l’ora dell’imbarco. Questo volo qualcuno non potrà mai dimenticarlo: cantiamo, ridiamo, gridiamo… Inutili sono i richiami di Don Marcello quando cantiamo: “Marcello, Marcello, prossimo Rettor Maggiore! Ohoohoooh!”, poi parte “Giù dai colli!”, battiamo le mani (qualcuno si gira davvero irritato!) e non ci lasciamo sfuggire (le ragazze) il fascino di uno Stewart cui riusciamo addirittura a rubare il nome (Simone) e una foto con noi! Che ridere…

Sulla navetta che ci conduce all’aeroporto cantiamo “Padre maestro ed amico” e qualche signore batte le mani con noi!

Aspettando le valigie in aeroporto, iniziano i saluti… c’è anche qualche lacrimuccia di mezzo… che esperienza fantastica che abbiamo vissuto, indimenticabile! Adesso questa è “una storia che continua con te”, come dice lo slogan delle magliette del 150° anniversario della fondazione della Congregazione Salesiana.

Tornando verso Piazza, all’uscita dall’autostrada, ci troviamo dinnanzi due mucche che passeggiano liberamente… ci spaventiamo e decidiamo di avvisare la polizia e mentre telefoniamo ci accorgiamo che le mucche non sono due ma “tre, quattro, cinque…una marea!!!”… che ridere!

Giungiamo a Campo Don Bosco stanchissimi ma abbiamo ancora voglia di ridere e ci ricordiamo a vicenda qualche episodio… finchè Campo Don Bosco non viene “invaso” da William, Salvo, Isma e Stefano che sono venuti a salutarci!

Ed ecco finita la nostra avventura. Descriverla non è lo stesso che viverla… per questo auguriamo a tutti di andare a trovare Don Bosco appena possibile perché è semplicemente meraviglioso!



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